Poche donne in aziende hi-tech e ancora meno ai posti di comando. Un’indagine della Commissione Europea evidenzia che solo 19,2% dei lavoratori del settore ha capi donna. Ma il trend sta cambiando
VueTel Italia, seconda azienda italiana di servizi di telecomunicazioni internazionali, punta tutto sulle donne e sui giovani. Anche se è decisamente inusuale nel settore dell’ICT è infatti affidato ad una donna il ruolo forse più strategico di tutta l’azienda: la responsabilità tecnica dell’infrastruttura che fa parlare l’Africa con tutto il mondo.
Emanuela Bevilacqua – classe 1974, una laurea in Ingegneria Elettronica conseguita all’Università di Perugia ed esperienze lavorative internazionali sempre in ambito ICT – è infatti il Chief Technical Officer Voice di VueTel Italia.
Emanuela Bevilacqua, dopo una laurea e un Master in Engineering presso l’Università degli Studi di Perugia, ha lavorato in Texas Instruments e in Fastweb per diventare poi Technical Director in società di telecomunicazioni come Teleunit.
“Siamo fermamente convinti – dichiara Giovanni Ottati, fondatore di VueTel – che questo paese si possa riprendere solo se riparte dalle molte risorse inespresse che non siamo stati capaci di valorizzare negli ultimi vent’anni: le donne prima di tutto e poi i giovani. Vale per il paese e vale ovviamente anche per un’azienda come la nostra che si muove in un settore altamente competitivo come quello delle telecomunicazioni. Un recente studio della Commissione Europea evidenzia come se ci fossero più donne in ambito hi-tech il PIL aumenterebbe di 9 miliardi e il fatturato dell’intero comparto ICT crescerebbe del 35%. Noi lo stiamo vivendo sulla nostra pelle: VueTel ha chiuso il bilancio del 2014 con un fatturato di circa 90 milioni di euro ed è cresciuta di circa il 50% rispetto all’anno precedente”.
Africa e Italia collegate grazie al lavoro di una donna
L’Africa oggi è collegata al resto del mondo grazie al lavoro di Emanuela Bevilacqua, che dopo 5 anni di esperienza in VueTel Italia, oggi ha la responsabilità dello sviluppo e il coordinamento delle infrastrutture tecnologiche, per tutta la parte voce, in Europa e in Africa. Risultato ottenuto grazie al lavoro e all’esperienza maturata in contesti internazionali. Uno dei primi incarichi ottenuti da Emanuela Bevilacqua è stato presso la Texas Instruments, multinazionale leader mondiale nel settore tecnologico, dove è entrata grazie alle quote rosa “ma parlavo già tre lingue ed avevo un ottimo curriculum universitario”. Che nel mondo del lavoro ci siano poche donne ingegneri è un dato di fatto: “ma se le quote rosa possono aiutare per introdurre più donne in un ambiente prettamente maschile, serve altro per emergere: servono capacità personali e professionali oltre che impegno. Per questo il dibattito sulle quote rosa nel mondo del lavoro può essere un falso problema, se non accompagnato da un consapevole processo di apertura al merito e alla parità dei sessi. Ma questo magari è più facile in paesi come gli Stati Uniti, rispetto ad esempio all’Italia”.
Poche donne in aziende hi-tech e ancora meno ai posti di comando.
Uno studio della Commissione Europea evidenzia come solo 29 donne – su 1000 laureate – hanno scelto percorsi di studio riguardanti l’ICT e solo 4 trovano poi un lavoro in ambito Information & Communication Technologies. La media degli uomini è, invece, 95 su mille. Di più: solo il 19,2% dei lavoratori del settore ha capi donna, a fronte del 45,2% di tutti gli altri.
Emanuela Bevilacqua di Vuetel, per fortuna però non è l’unico caso italiano di una donna in una posizione strategica nell’ICT: c’è infatti il caso di Dina Ravera, direttore generale di 3 Italia, o di Anna Di Silverio, Amministratore Delegato di Avanade Italy. All’esterno certamente sono noti i casi di Marissa Mayer, nominata amministratore delegato di Yahoo durante la maternità ed ex Vice President Google, o della potente Carly Fiorina, ex Ceo di HP, oggi tra i candidati in corsa alla Casa Bianca.
Complessivamente, però, come anche i dati della ricerca europea evidenziano, c’è un grande potenziale inespresso ancora tutto da valorizzare.