I CEO italiani rimangono meno ottimisti di molti dei loro omologhi europei
E’ salita di 1,2 punti a quota 56,3 la fiducia dei CEO nel business e nell’economia italiani, sulla scia delle migliori previsioni di vendita conseguenti alla svalutazione dell’euro. Nonostante il miglioramento, il livello di fiducia italiano resta inferiore al livello di fiducia UE complessivo pari a 61,2 e a quello della periferia dell’eurozona pari a 60,4. Questo, quanto emerge dal focus sull’Italia dell’ultimo Global Pulse Confidence Index, l’indagine trimestrale di YPO che misura la fiducia dei CEO nel business e nell’economia.
“Il tasso di cambio più favorevole alle esportazioni ha reso i CEO italiani più ottimisti circa le previsioni di crescita delle vendite nei prossimi 12 mesi”, ha dichiarato Ludovico Maggiore, chapter chair di YPO Italia. “Tuttavia, le sfide strutturali tra cui la regolamentazione economica e fiscale complessa e instabile, il debito sovrano oneroso, la contrazione economica, e l’alto tasso di disoccupazione continuano a pesare sul clima di fiducia, motivo per cui, negli ultimi due anni, gli imprenditori italiani sono stati meno ottimisti rispetto alle loro controparti in molti altri paesi UE.”
A livello regionale, i prezzi del petrolio più bassi e l’euro più debole hanno portato una ventata di ottimismo nell’Unione Europea. Il livello di fiducia UE complessivo è salito di 1,2 punti a quota 61,2 durante il quarto trimestre del 2014, recuperando parte del terreno perso nel trimestre precedente. Nonostante il miglioramento marginale, il livello di fiducia UE si trova leggermente al di sotto del suo apice (62,5) raggiunto nel mese di luglio 2014, e al di sotto del livello di fiducia globale a quota 62,5.
A livello globale, aumenta la fiducia nelle economie importatrici di petrolio in gran parte compensata dalla minor fiducia nei paesi esportatori di petrolio, che attesta l’indice a 0,7 punti in meno rispetto al livello ottimista di ottobre 2014 (62.5). Principale motore dell’involuzione è il Canada che perde quasi 7 punti fino ad atterrare a quota 59,0, il livello più basso raggiunto da luglio 2013. Al contrario, gli Stati Uniti salgono di 0,8 punti a quota 65,0, il livello più alto tra le nove regioni monitorate dall’indagine. L’Asia scivola di 3,3 punti a quota 62,2, il livello più basso da oltre un anno, sulla scia della graduale riduzione di crescita in Cina. L’Europa Non-UE registra il più basso livello di fiducia del mondo pari a 54,3, appesantito da Russia, dove il livello di fiducia è crollato vertiginosamente in area 30.
Principali risultati in Italia
Le previsioni di vendita migliorano: La maggioranza dei CEO italiani intervistati nel mese di gennaio (61%) prevede che il loro fatturato crescerà di almeno il 10% nel corso dei prossimi 12 mesi: si tratta di un netto miglioramento rispetto al sondaggio di ottobre, quando solo meno della metà degli intervistati (43%) lo riteneva possibile. L’indice di fiducia YPO nelle vendite per l’Italia, che misura la fiducia sulla crescita delle vendite, sale di 2,5 punti a 63,1, in territorio saldamente ottimista, ma sempre comunque inferiore al livello di fiducia UE pari a 68,5.
Nessun miglioramento a breve termine è invece previsto sul fronte mercato del lavoro: I dirigenti delle imprese continuano a esprimere riluttanza nell’assumere nuove risorse. Il livello di fiducia italiano nell’occupazione è salito di 1,1 punti a quota 52,5, vicino alla tacca neutra della scala. Sono più di tre anni che il livello di fiducia italiano oscilla intorno a quota 50. La stragrande maggioranza dei CEO italiani intervistati nel mese di gennaio (71%) si propone di mantenere invariato il numero di dipendenti, senza licenziarne, né aggiungerne di nuovi.
YPO Global Pulse Confidence Index
Condotta nelle prime due settimane di gennaio, l’indagine trimestrale ha raccolto le risposte di 2.790 amministratori delegati di tutto il mondo, di cui 396 nell’Unione Europea.
Per ulteriori informazioni sulla metodologia di indagine e i risultati da tutto il mondo: http://www.ypo.org/globalpulse