Worth Partnership Project – Un connettore modulare per gioielli creato da sottoprodotti dello smeraldo e metalli riciclati, un nuovo tipo materiale sostenibile che combina porcellana, fibra di cellulosa e plastica proveniente dall’oceano, una piccola collezione di borse che integrano materiali a base di kombucha, un fungo normalmente utilizzato per produrre bevande frizzanti, materiali e tessuti di seconda mano, una capsule collection biennale creata grazie a coloranti biogenici.
Questi sono solo alcuni dei progetti selezionati nell’ambito di WORTH Partnership Project, il più grande incubatore creativo d’Europa, il cui focus quest’anno si è concentrato su come creare prodotti innovativi e competitivi, ma anche sostenibili e attenti al futuro del pianeta.
Secondo uno studio di IBM[1], uno dei nuovi driver nei consumi è fare acquisti “a fin di bene”. Quasi 6 consumatori su 10 (57%), infatti, sono disposti a cambiare le loro abitudini di acquisto per contribuire a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente, e tra coloro che dichiarano la sostenibilità come un valore per loro importante, questo dato sale al 77%. Inoltre, tra coloro che evidenziano che tali caratteristiche sono molto importanti, più di sette su dieci sono disposti a pagare un prezzo maggiore per i prodotti dei brand che supportano il riciclo, praticano la sostenibilità e/o sono responsabili nei confronti dell’ambiente.
“Quando si lavora a una nuova idea, oggi e più che mai, è importante che designer e aziende, oltre a considerare fattori quali l’estetica e la funzionalità, si chiedano: «Come può il prodotto che ho ideato contribuire a migliorare la vita delle persone?». Questa domanda contiene un riferimento implicito al benessere psicofisico delle persone e dell’ambiente in cui vivono, ma non può prescindere da una riflessione anche sulla sostenibilità dell’intero processo, che va dalla produzione al prodotto finale, fino al momento in cui esso ha completato il suo ciclo di vita. I designer e le aziende che faranno questo cambio di paradigma saranno maggiormente competitivi perché risponderanno a una domanda del mercato e dei consumatori, che sono già pronti a cambiare le loro abitudini di acquisto a favore di questa tipologia di prodotti”, spiega Korinna Molla’, coordinatrice di WORTH Partnership Project.
Finanziato da COSME, il programma dell’Unione Europea per la competitività delle piccole e medie imprese, WORTH Partnership Project è il più grande incubatore europeo nel settore creativo, con 152 progetti che coinvolgono 345 partner di 34 paesi EU-COSME – per citarne alcuni: Francia alla Germania, Spagna, Regno Unito Italia, senza dimenticare Olanda, Slovenia, Moldavia, Estonia, Svezia, Finlandia, Montenegro, Serbia, ecc. Questo progetto della Commissione Europea è un laboratorio unico dove i designer europei possono sperimentare i benefici delle collaborazioni transnazionali e la partecipazione ad un mercato interno di oltre 500 milioni di persone.
Di seguito alcuni dei progetti WORTH appartenenti a diversi paesi e settori, che hanno lavorato con l’obiettivo di innovare prodotti e materiali. La lista completa dei progetti è disponibile sul sito web di WORTH, e le immagini sono disponibili QUI.
LiLO
Un connettore per gioielli realizzato utilizzando sottoprodotti dell’estrazione degli smeraldi
e metalli riciclati
Paesi coinvolti: Regno Unito, Italia
La sfida: Massimizzare l’efficienza delle risorse, minimizzare la sovrapproduzione e incoraggiare la riusabilità attraverso un formato modulare pensato per la gioielleria. L’obiettivo è valorizzare un elemento basilare della gioielleria, la catena, nel suo contesto funzionale, abbracciandone appieno la simbologia di connessione e darle nuova vita grazie all’innovazione dei materiali. In media, per ogni carato di smeraldo vengono scavate 10 tonnellate di terra. Affrontare la necessità di evolvere l’usabilità del prodotto e del materiale è la chiave per ridurre l’impatto sull’ambiente e fornire maggior valore ai sottoprodotti dell’estrazione degli smeraldi.
La soluzione: un connettore chiamato LiLO (link&lock) creato a partire dai sottoprodotti della lavorazione degli smeraldi e dai metalli riciclati. LiLO contribuirà a promuovere la modularità dei gioielli e funzionerà come ponte per collegare, riutilizzare e reimmaginare le catene in diversi contesti. Può anche contribuire a modificare la percezione sociale, ambientale e di valore dello smeraldo. Il concept all’origine di questo progetto si basa sulla decostruzione e un riposizionamento delle maglie intercambiabili per formare combinazioni multiple.
I partner del progetto:
- MARÍA JOSÉ ZAMBRANO LÓPEZ (Regno Unito): designer colombiana residente a Londra con una laurea in fashion design al London College of Fashion e un master in design del gioiello al Central Saint Martins. Il suo obiettivo è quello di ampliare le possibilità di creare, indossare e percepire i gioielli in un contesto etico.
- CLIC SRL (Italia): azienda italiana leader nella produzione di accessori in metallo e orgogliosa ambasciatrice del Made in Italy. L’azienda si impegna a sviluppare prodotti di alta qualità su misura in base alle esigenze del cliente.
Moseanic
Un nuovo tipo di terrazzo alla veneziana creato con materiali sostenibili
Paesi coinvolti: Ungheria, Slovenia
La sfida: è sempre più evidente la necessità di produrre nuovi materiali sostenibili che utilizzino i rifiuti e in particolare quelli che purtroppo finiscono il loro ciclo di vita negli oceani. Questi materiali, e la vasta gamma di opzioni per il design che offrono, costituiscono l’occasione perfetta per avviare la collaborazione tra designer, artigiani, sviluppatori di materiali e gruppi ambientalisti. Moseanic è un nuovo concetto di materiale che combina la porcellana, la fibra di cellulosa e la plastica dell’oceano, per dare vita a un nuovo tipo di terrazzo alla veneziana eco-sostenibile che la partnership vorrebbe usare come base per i suoi prodotti.
La soluzione: Moseanic combina una serie di caratteristiche positive (è forte, solido, traslucido e naturale). Ma c’è anche un aspetto emotivo: la plastica dell’oceano che viene utilizzata è visibile ad occhio nudo, fatto che contribuisce a rendere il consumatore consapevole del suo riutilizzo. Il team sta progettando di lavorare ad altri prodotti, ad esempio nuove lampade, esplorando inoltre la possibilità di utilizzare Moseanic come materia prima.
I partner del progetto:
· Ági Göb (Hungary): un product designer, che guida e partecipa a una vasta gamma di processi di design: piccoli oggetti, nuovi tipi di imballaggio, elementi esterni per spazi aperti. Ha inoltre fondato una start-up che si occupa della creazione di mobili modulari per i Millenials che vivono in affitto.
· Lučka Berlot. (Slovenia): un designer di lampade, educatore e artigiano sloveno, che attualmente lavora nel campo dell’illuminazione artistica, del lighting design e del cinema. Sviluppa nuovi materiali e combinazioni sostenibili nell’ambito dell’economia circolare.
Kombucha TSUGI
Collezione di borse a base di kombucha
Paesi coinvolti: Francia, Olanda
La sfida: introdurre modelli di economia circolare attraverso l’implementazione di biomateriali che possono essere coltivati e trasformati su scala industriale, sviluppando una collezione di materiali ibridi che si fanno promotori del riparare e riutilizzare.
La soluzione: creare una collezione di borse composta da cinque pezzi che mostri l’integrazione di materiali basati su un fungo, il kombucha, utilizzato per produrre bevande frizzanti e tessuti di seconda mano. Il progetto svilupperà una collezione di borse a dimostrazione della compatibilità dei materiali e della catena di fornitori, implementando un processo di fabbricazione del kombucha scalabile secondo standard replicabili che convalidano l’approvvigionamento sostenibile di tessuti di seconda mano a Parigi. Il progetto promuove l’industria locale, l’economia circolare e il consumo sostenibile sviluppando le comunità locali che si occupano di agricoltura urbana, con l’obiettivo a lungo termine di creare un negozio ibrido utilizzando tecniche open source.
I partner del progetto:
- THR34D5 (Francia): un laboratorio multimediale interdisciplinare e internazionale, che esplora l’empowerment della comunità mediante l’artigianato e l’open-source attraverso materiali accessibili. thr34d5 ha vinto il concorso Reshape 2018, organizza workshop e ha costruito un laboratorio biologico.
- Louche (Paesi Bassi): artista e designer, Wael el Allouche si concentra su contesti e luoghi per scoprire dove si nasconde la qualità. Laureato al dipartimento di design della Gerrit Rietveld Academy, è interessato al modo in cui le astrazioni, come i dati e gli algoritmi, danno forma alla realtà e viceversa.
BioChromatic
Una capsule collection biennale creata utilizzante coloranti biogenici
Paesi coinvolti: Germania, Austria
La sfida: Da sempre ricavati dai derivati del petrolio, solo una minima parte dei coloranti moderni è di origine naturale, sebbene le sostanze di origine vegetale o animale vengano utilizzate da migliaia di anni. L’introduzione della biotecnologia permette di convertire le materie prime biologiche in coloranti competitivi. La sfida è quella di utilizzare i coloranti biogenici, una tipologia di tintura sostenibile che oggi è ancora agli inizi e che punta al futuro. Il processo di tintura infatti inquina il 20% dell’acqua utilizzata nei processi industriali e crea grandi quantità di CO2. I coloranti possono essere tossici per il nostro corpo e l’industria della moda ha un disperato bisogno di innovatori, in particolar modo se si parla di coloranti sostenibili, dato che questo è uno dei maggiori fattori inquinanti.
La soluzione: grazie alla collaborazione creatasi, questa partnership creerà una capsule collection biennale. Il team desidera produrre due capi base, un cappotto e un vestito, per creare un total look sostenibile tinto grazie ai batteri, mostrando così il potenziale di questo processo innovativo.
I partner del progetto:
- Loreto Binvignat (Germania): Anima è un brand di moda etica e sostenibile con sede a Berlino. Usano solo tessuti acquistati localmente, organici, naturali al 100%, riciclati o di scarto. Le tinture sostenibili e naturali sono uno dei capisaldi del loro marchio.
- Vienna Textile Lab (Austria): il Vienna Textile Lab è una startup che produce coloranti a base di batteri. Si tratta di un’alternativa ai coloranti sintetici (a base petrolchimica).